Lorenzo Applauso|Ancora una volta la provincia di Caserta si è svegliata sotto l’ombra di una tragedia. A San Felice a Cancello, una giovane donna di 24 anni è stata brutalmente uccisa dal marito, un 30enne albanese, sotto gli occhi dei figli. Un dramma che si aggiunge alla già lunga lista di femminicidi in Italia: secondo il Dossier Viminale 2024, siamo già arrivati a 66 vittime dall’inizio dell’anno. Una cifra che fa riflettere, ma che soprattutto grida disperatamente per un cambiamento reale.Ogni volta che accade un caso simile, si sollevano discussioni, indignazione e analisi da parte di esperti e talk show. Ma cosa si fa concretamente? Il dolore e l’orrore si ripetono, ciclicamente, senza che vi siano azioni incisive per fermare questa spirale di violenza.La soluzione non può limitarsi a chiedere pene più severe, se poi queste non vengono applicate fino in fondo. È necessario, invece, un cambiamento culturale profondo, che inizi già nelle scuole, attraverso un’educazione sentimentale che insegni ai bambini il valore della vita e il rispetto per le donne. Ma questo processo deve partire prima ancora, dalle famiglie, dove troppo spesso le mentalità retrograde e sessiste vengono perpetuate, insegnando implicitamente che la donna sia proprietà di qualcuno.Il problema è radicato nella mentalità di possesso, in quella visione distorta per cui la donna è un oggetto da controllare e non una persona autonoma. E questo è amplificato da certi messaggi che i media continuano a veicolare. Quante volte abbiamo sentito donne raccontare di “conquiste” come il poter indossare una minigonna o uscire con le amiche, senza che il partner si opponga? È un sintomo di una cultura ancora pervasa da atteggiamenti patriarcali che giustificano, o quantomeno normalizzano, il controllo e la sottomissione femminile.Non possiamo limitarci a trattare queste tragedie come emergenze isolate. Serve un intervento su più livelli: legale, sociale, culturale. Serve educare al rispetto sin dall’infanzia, insegnare che la libertà e l’autonomia sono diritti inviolabili. Solo cambiando la mentalità possiamo sperare di vedere un calo reale dei femminicidi. Basta parole, è il momento di agire.
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