Carissimi lettori,
non possiamo essere evangelizzatori, se non facciamo nostro l’insegnamento di Gesù e non mettiamo in pratica la catechesi che Egli fa continuamente attraverso la sua Parola, sempre concreta e sempre attuale.
Quella stessa catechesi che ha fatto ai suoi discepoli, abilitandoli e inviandoli nel mondo per evangelizzare come veri missionari, in continuità alla sua missione fino alla morte in croce.
Per noi la croce rappresenta un segno di amore di Dio, aperto a tutti.
Le braccia aperte sono accoglienza a tutti.
Ecco perché la decisione della Corte di Strasburgo: “No, al crocifisso nelle scuole”, ha suscitato amarezza nella nostra Chiesa e nel governo.
Preghiamo che ci sia una svolta positiva in questa decisione.
In Cristo morto in croce e risorto, noi siamo stati salvati e come suoi discepoli continuiamo il nostro cammino, sull’esempio del suo insegnamento nel Vangelo di oggi.
Esso è una lezione di catechesi, utile, importante e indispensabile per svolgere la nostra missione e il nostro compito di cristiani.
Per fare questo non dobbiamo accontentarci di apparire, ma dobbiamo accontentarci di essere, dando importanza all’ interiorità e al cuore e a questo devono essere educati i nostri figli.
Per fare questo, la nostra carità, non deve essere ostentata, come quella dei ricchi, ma deve essere autentica come quella della povera vedova, la quale dimentica se stessa, donando tutto quello che le resta per vivere, ma nel suo cuore è più ricca di tutti i ricchi.
Ella dona i beni caduchi per acquistare i beni eterni.
Per questo viene notata e lodata da Gesù.
La nostra carità deve essere autentica anche come quella della vedova di Sarepta di Sidone, che ci è stata presentata nella Prima Lettura
Come vediamo, per entrare nei gusti di Dio, non basta aiutare i poveri, occorre farsi poveri.
Non basta dare il superfluo, occorre dare il necessario, sull’esempio di queste due vedove, che nonostante la mentalità di allora, secondo la quale le donne non contavano nulla e non potevano testimoniare.
E le vedove in modo particolare erano all’ ultimo gradino della scala dei valori.
Nonostante tutto questo, queste due vedove sono veramente da ammirare perché si affidano completamente a Dio, donando con gioia.
Rendiamo anche presente Dio in mezzo a noi con la preghiera e con la carità, ricordandoci in particolare in questo mese di Novembre, dei nostri fratelli e sorelle defunti.
E in nome loro sentiamoci più aperti tra noi.
Buona e Santa Domenica!
Don Antonio


