Annibale Bologna. CASERTA. Questa mattina, presso la prestigiosa Sala Romanelli di Palazzo Reale di Caserta si e’ svolto un interessante convegno relativo alla resa militare dei Tedeschi in Italia che, come e’ noto, fu sottoscritta dalle parti belligeranti proprio il 29 aprile del 1945, ossia 80 anni fa, presso il Bene Monumentale che ha ospitato l’odierno evento.L’iniziativa culturale e’ stata resa possibile attraverso la fruttuosa collaborazione tra la direzione della Reggia nella persona della Responsabile d.ssa Tiziana Maffei, il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Universita’ degli Studi della Campania nella persona del dr Francesco Eriberto d’Ippolito, dell’Archivio di Stato di Caserta nella persona della direttrice Fortunata Manzi. Ha coordinato i lavori la d.ssa Simonetta Conti.Davvero interessanti gli interventi del dr Matteo Luigi Napolitano, dell’Universita’ degli Studi del Molise, del dr Paolo de Marco dell’Istituto Campano per la Resistenza, della d.ssa Francesca Canale Carma dell’ Universita’ degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, della d.ssa Fosca Pizzaroni dell’associazione nazionale dei Partigiani d’Italia e del prof. Giovanni Cerchia , ordinario di Storia Contemporanea presso l’Universita’ degli Studi del Molise.In particolare, nel suo intervento il professore Cerchia ha evidenziato come il 29.04 del 1945, con la la firma, in Caserta, della resa da parte dei Tedeschi ebbe termine il periodo piu’ tragico per la storia contemporanea d’Italia anche in rapporto alle note, complicate ed alterne vicende determinatesi con l’ex alleato tedesco.In verita’, e’ provato che, gia’ nel 1943, le potenze che oramai si accingevano a porre fine al conflitto nella qualita’ di vincitrici, avevano deciso che, in caso di vittoria, una pace davvero “giusta” sarebbe stata solo quella avulsa da compromessi e concessioni alle soccombenti parti avverse. E proprio questa presa di posizione ritardo’ la non facile capitolazione dei tedeschi a cui si aggiunse la cattura di ben 800.000 militari italiani. Inoltre molti dei militari scampati alla cattura decisero di rientrare nelle caserme per riprendere le armi e partecipare, in tal modo, alla lotta di Liberazione.Con l’insediamento degli alleati nella Reggia di Caserta, avvenuto nell’ottobre del 1943, la citta’ divenne il punto politico “baricentrico” per le sorti del conflitto in tutta la Penisola. A tale data fece seguito , nei mesi seguenti, il reciproco riconoscimento tra parti confliggenti ed, in precedenza, non disposte a legittimarsi vicendevolmente.Ed il 29 aprile di ottanta anni or sono, anche se segna la fine della guerra in Italia non lo determina per altre parti del mondo interessate anch’esse al conflitto: non a caso la guerra continua a sussistere in altri territori europei e nello stesso Giappone, ove si conclude nel 1945 e solo a seguito del lancio dei due ordigni atomici avvenuti il 06 ed il 09 agosto.Il prof Cerchia ha concluso il proprio intervento evidenziando come il 25 aprile debba essere oggi inteso come la vera festa della democrazia, poiche’ tale data segna la vittoria non di alcuni bensi’ di tutti gli Italiani.Da sottolineare la folta e partecipata presenza di tanti studenti delle Scuole Superiori e delle Universita’ del territorio.
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