PIEDIMONTE MATESE, I PARENTI DEI PAZIENTI CON PROBLEMI PSICHICI: “È DIFFICILE LA LORO GESTIONE, LA SIR E’ LA NOSTRA SALVEZZA”

Emiddio Bianchi. Piedimonte Matese. Più volte, da quando esiste la struttura intermedia residenziale (SIR) di Piedimonte Matese, è stato tirato in ballo il problema degli OSS, spesso pagati in ritardo, ma fortunatamente andato sempre a buon fine. Il fatto che questa volta ci si debba porre il problema che la struttura possa ricevere un colpo di macete causato dalla mancanza di pazienti con problemi di carattere mentale, la dice lunga: venti posti letto e uno solo occupato da mesi. È salito forte un grido affinché tutto si risolva nel migliore dei modi, anche se qualcuno prima ha lanciato un grido di allarme e adesso si nasconde, impaurito, dietro un dito, come se difendere i propri diritti di lavoratori, peraltro molto capaci dal punto di vista professionale, sia un peccato mortale. Quelli che non si tirano indietro sono i parenti degli ammalati psichiatrici, che gia’ più volte hanno manifestato il loro malcontento nei riguardi dei direttori Tresca e Di Mattia, a loro dire troppo “buonisti” verso chi, invece, avrebbe bisogno di un supporto sanitario. Quello che potrebbe offrire la SIR, anziché essere liberi di fare tutto quello che gli passa per la testa: “Una volta avevamo l’opportunità di ricevere un po’ di sollievo nell’assistenza dei nostri cari -ci dice uno di loro- perché quando la malattia si faceva più cruenta avevamo nella SIR un grande punto di riferimento. Adesso non è più così. La strategia che prevede un loro miglioramento lontano dalla struttura sanitaria e magari senza farmaci, sembra che non sempre stia dando risultati positivi”. Vedere che alcuni pazienti di questo tipo vanno in giro, talvolta pericolosamente per la città, non è un punto a loro favore. Ma tant’è, se il percorso verso una vita normale è questo, la SIR si tenga il suo unico paziente. Gli psichiatri svolgono il loro onesto lavoro e non saremo certo noi a dovergli insegnare il mestiere.