Lorenzo Applauso|In questi giorni, e ne avremo ancora per molto, assistiamo al solito copione: zuffe, accordi, disaccordi, patti sottobanco e una girandola di inaugurazioni che più che atti istituzionali sembrano sketch da commedia elettorale. Si tagliano nastri ovunque, anche su tre metri quadri di marciapiede spacciati per “area giochi per bambini”. E se c’è una sagra, una sfilata di moda o la benedizione di un lampione, lì spuntano loro: i politici.Arrivano in ritardo, se ne vanno prima. Tirati a lucido, ben pettinati, tinta fresca a coprire l’età, pronti a immortalarsi in qualche selfie e poi via, congedandosi con un “devo andare, altri impegni istituzionali”. È il grande circo della politica in campagna elettorale, dove l’apparire conta più del fare e il territorio diventa solo sfondo per la passerella.
L’Alto Casertano, dimenticato da troppi e ricordato solo a ridosso del voto, merita ben altro. Oggi più che mai, serve un candidato locale, uno che queste strade le conosce perché le percorre ogni giorno, non solo in cerca di voti. Serve una figura radicata, competente, che possa rappresentare realmente i bisogni di chi vive qui, tra ospedali abbandonati, strade dissestate e trasporti assenti.
E invece cosa vediamo? I soliti volti calati dall’alto, figli delle segreterie di partito, imposti con logiche che nulla hanno a che vedere con il merito o il territorio. Un déjà vu che non fa altro che alimentare il vuoto politico e amministrativo che ci trasciniamo da anni. I Cappello – nel bene o nel male – rappresentavano una linea, una presenza. Dopo di loro, il nulla.Ma possiamo davvero continuare così? Regalare voti a chi si ricorda di noi solo quando si avvicinano le urne? A chi, finita la festa, torna da dove è venuto lasciandoci esattamente come prima, o peggio? Noi, lo ammettiamo, siamo pessimisti. Perché vediamo ancora troppa rassegnazione e poca voglia di cambiare rotta davvero.E voi? Siete pronti a farvi ancora una volta spettatori del teatrino o, finalmente, protagonisti del vostro futuro?