Gentile Direttore, non amo la politica ma inevitabilmente si finisce per essere coinvolti perché poi alla fine decide i futuro di tutti noi. E’ anche vero che la politica è il contrario di tutto ma per una poltrona si fanno cose che scandalizzano anche me che non sono nato ieri. Il caso delle regionali in Campania dice tutto. Lei che idea si è fatto?
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Lorenzo Applauso| Gentile lettore, che idea mi sono fatto? Che per fortuna, in un Paese “democratico” come il nostro, siamo ancora noi a decidere il nostro futuro. Perché se così non fosse, saremmo semplicemente ostaggi di un teatrino stanco, fatto di giochi di potere, accordi sottobanco e trasformismi dell’ultima ora.Prendiamo l’esempio del governatore uscente della Campania, Vincenzo De Luca. Un politico che non ha mai risparmiato accuse e insulti ai 5 Stelle — definiti in più occasioni incapaci, deficienti, e potremmo anche aggiungere altro. Ma cosa è successo quando ha capito che, secondo la legge, una sua nuova candidatura era fuori discussione? È iniziato lo spettacolo dell’equilibrista: tentativi maldestri di ricucire, apparentamenti improbabili, abbracci politici a chi aveva sempre pubblicamente disprezzato. Il tutto, ovviamente, senza riuscirci davvero.
Anzi, sembra che l’unica vera “pace” raggiunta sia stata quella privata: De Luca avrebbe accettato la candidatura di Roberto Fico in cambio della segreteria regionale del PD per… suo figlio. E allora ecco servita l’ennesima replica di un copione che conosciamo fin troppo bene: il familismo, la gestione del potere come affare ereditario.
Ma attenzione: De Luca non è un caso isolato. Anche l’altra parte politica, quella che oggi si vanta di aver costruito il famoso “campo largo” (che forse sarebbe meglio chiamare “campo paludoso”), pratica gli stessi meccanismi. Le larghe intese, oggi, non sono più una scelta di responsabilità: sono una copertura per l’opportunismo. Un politico nazionale si vantava giorni fa del fatto che lo stesso accordo sarà replicato anche in altre regioni. Come dire: guardate come siamo bravi a metterci d’accordo… anche se siamo incompatibili.
Già, perché ora viene il bello: De Luca è da sempre contro il Reddito di cittadinanza, mentre i Cinque Stelle ne hanno fatto una bandiera, soprattutto proprio in Campania. Cosa succederà se vinceranno insieme? Chi cederà? E se nessuno cede, chi governerà?La verità è che questi matrimoni politici nascono già separati in casa.E allora la domanda è: potranno mai andare davvero d’accordo? Ammesso — e non concesso — che vincano le elezioni regionali?Spesso ce lo dimentichiamo, ma alla fine chi va in cabina elettorale siamo noi. E quindi la colpa della politica è reale, ma fino a un certo punto. Perché noi cittadini abbiamo una responsabilità che troppo spesso ignoriamo: quella di scegliere consapevolmente, e non per appartenenza cieca o abitudine.Il mondo, come dice Vannacci, gira al contrario. Ma la politica italiana, più che girare, fa capriole. E certe volte anche piroette pericolose, sopra un filo sottile che rischia di spezzarsi da un momento all’altro

