Lorenzo Applauso|Caiazzo. Domani Caiazzo si ferma ancora. Un altro funerale, un altro addio straziante, un’altra ferita che si riapre prima ancora che la precedente abbia avuto il tempo di rimarginarsi. In queste settimane la cittadina, solitamente piena di vita, è stata travolta da un dolore collettivo che sembra non conoscere tregua. Due giovani vite spezzate in modo assurdo, crudele, incomprensibile.
Francesco, amato e stimato da tutti, domani raggiungerà Christian, morto sul colpo nel terribile incidente stradale avvenuto ad Alvignano. Uno schianto violento contro un muro. Una serata di festa trasformata in tragedia. Sul luogo del sinistro, ancora oggi, restano i segni tangibili del dolore: un muro sfregiato, un nastro appeso, e il silenzio assordante del vuoto lasciato da quei ragazzi.
Il sindaco Stefano Giaquinto, provato, si trova a dover proclamare un nuovo lutto cittadino mentre quello precedente non si è ancora spento nel cuore dei suoi concittadini. È una delle pagine più nere della storia recente di Caiazzo. Non ci sono parole giuste, né moralismi da distribuire. La morte di un figlio resta l’esperienza più innaturale e devastante per una famiglia.
Resta solo la prudenza, come unico appiglio, come unico messaggio possibile da ribadire con forza. Perché queste tragedie non si ripetano. Perché non ci siano più madri e padri costretti a piangere sulla bara bianca di un figlio.
Domani Francesco sarà accompagnato dall’abbraccio silenzioso e affranto di un’intera comunità. Un ragazzo buono, generoso, che ora — da lassù — veglierà su chi resta, e forse, in qualche modo, riuscirà a dare forza ai suoi genitori, spezzati da un dolore che nessuno dovrebbe mai conoscere.