Lorenzo Applauso|“Territorio”. È questa la parola che più risuona nei comizi, nei bar, nelle piazze e nei circoli politici dell’Alto Casertano in vista delle prossime elezioni regionali in Campania. Una parola abusata, spesso svuotata di significato, ma che oggi torna con forza sulle bocche di chi, stanco di promesse mancate e illusioni di breve durata, invoca un vero riscatto.
Dopo il “dopo Cappello”, il territorio è rimasto ai margini, mortificato da scelte calate dall’alto e da una rappresentanza politica che troppo spesso ha dimenticato le esigenze reali delle comunità locali. Ora, però, qualcosa sembra muoversi. “Ora o mai più”, gridano gli attivisti al fianco dei candidati. Ma la vera sfida non è solo trovare un nome, bensì costruire una squadra.Perché se si punta su un candidato “di comodo” — l’amico di famiglia, il vicino di casa, il volto noto al bar ma non alle istituzioni — si è già perso in partenza. La sfida è invece scegliere una figura capace di rappresentare davvero il territorio, di difenderlo dalle incursioni dei “pirati” della politica che arrivano da fuori solo per raccogliere voti e poi sparire, lasciando dietro di sé solo promesse infrante.L’Alto Casertano ha bisogno di una visione concreta: sanità efficiente, infrastrutture moderne, trasporti che consentano un collegamento reale con le grandi città e un turismo che diventi finalmente motore di sviluppo. Un piano di viabilità intelligente potrebbe trasformare l’area in un polo di attrazione, valorizzando le risorse naturali, storiche e culturali che abbondano ma restano inespresse.La domanda allora è una sola: riusciremo a centrare l’obiettivo e votare davvero “il territorio”? Oppure lasceremo ancora una volta che siano altri a decidere per noi, restando ai margini dei giochi di potere?Secondo noi, purtroppo, sarà la seconda ipotesi. E quanto ci piacerebbe, questa volta, essere smentiti.
 
		
 
									 
					 
