Emiddio Bianchi. Bronte (Sicilia). L’ennesima ultramaratona portata a termine da Roberto Boiano, in Sicilia, sulle rampe dell’Etna. “Forse la più dura d’Europa, una delle più massacranti a cui abbia mai preso parte”, ci ha detto il podista di San Gregorio Matese al termine dei 101 chilometri dell’ultramaratona del vulcano. “Siamo partiti a mezzanotte da Bronte, a livello del mare, in modo che tutti potessero arrivare al traguardo prima che facesse buio. Siamo saliti sull’Etna fino ai 1800 metri del rifugio “La Sapienza”, per poi ridiscendere a Bronte dall’altra parte del vulcano, con un dislivello di 2450 metri”. Dopo la “noiosa” estate, nella quale per il fatto che di gare lunghe se ne fanno poche per il caldo eccessivo, Boiano ha corso solo in allenamento per
sgranchirsi le gambe (ogni tanto 40-50 chilometri), finalmente le corse che lui ama e nelle quali si diverte di più. Dategli da oggi in poi le ultramaratone da 100-200 chilometri e lui sarà sicuramente al via, in qualunque parte del mondo. A proposito, quando gli abbiamo ricordato che ha corso in tutti i continenti della Terra tranne l’Oceania, sorridendo ci ha risposto che ci sta pensando, anche se il viaggio aereo di oltre una intera giornata all’andata e altrettanto al ritorno, che lo farebbe stare seduto per almeno due giorni, sarebbe un problema molto più grande che farsi 200 chilometri di corsa.
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