Caro Direttore:
Alla fine i dubbi sulla determinazione del Governo Meloni a tenere aperti i punti nascita di Sapri, Piedimonte Matese e Sessa Aurunca. hanno trovato definitiva e documentata risposta.Ricorderete che il TAR Campania ha disposto la sospensione dell’efficacia della delibera regionale che ne disponeva la chiusura, rinviando il giudizio di merito al 5 novembre. Delibera regionale imposta dal Governo Nazionale per essere condizioni necessaria per far uscire la Campania dal piano di rientro. Che, peraltro, non si è concretizzato per ostilità politica nei confronti della regione Campania.Ebbene il governo Meloni si è costituito in giudizio al Tar Campania per opporsi al ricorso presentato dal comune di Sapri contro la delibera regionale.Le donne de Matese e dell’alto Casertano adesso sanno, senza ombra di dubbio, per colpa di chi non potranno partorire nel nostro ospedale. Come ho più volte sottolineato l’eventuale e sperato giudizio favorevole del TAR Campania sarebbe solo la prima, importante tappa di un percorso che dovrà dare piena e definitiva legittimità al nostro punto nascita. Il riconoscimento tardivo del Consiglio Regionale della Campania di zona disagiata per i territori dell’Alto Casertano e del Sessano può essere un appiglio a cui far riferimento.Tardivo di decenni. Basti pensare che Consiglieri Regionali più attenti hanno fatto riconoscere questo status all’Ospedale di Ariano Irpino, che è nelle nostre stesse condizioni in quanto a numero di nascite.Basti pensare che il riconoscimento di zona disagiata per la pediatria di famiglia io l’ho fortemente voluto e ottenuto circa 20 anni fa.Ma la piena e definitiva legittimità del nostro punto nascita si avrà solo a queste condizioni:
– i reparti di pediatria e di ginecologia-ostetricia devono essere a pieno organico. Ciò può accadere solo se vengono riconosciute e valorizzate come unità complesse. Ciò incentiverebbe primari e medici a lavorare con stimoli e le giuste gratificazioni professionali nel nostro Ospedale;
– deve essere riattivato il nostro reparto di patologia neonatale, affinchè le nostre donne possano partorire vicino casa in tutta sicurezza;
– il prossimo governo regionale deve rivedere le convenzioni con le cliniche private che oggi la fanno da padrone in provincia di Caserta.A tal riguardo la volontà del nostro candidato Presidente Roberto Fico di valorizzare e sostenere la sanità pubblica e le zone interne lascia ben sperare. Quanto sopra enunciato è obiettivo primario del mio programma elettorale. Cambiamo le facce della politica regionale! Quelle presenti da più decenni hanno fornito risposte al territorio tardive, parziali, insufficienti. Sulla valorizzazione della sanità pubblica, sulla difesa del territorio dall’invadenza di impianti nocivi, sullo sviluppo di Terra di Lavoro.E Caserta rimane, dolorosamente, tra le ultime province italiane in quanto a vivibilità.
Gentile Dott. Iannotta, ho letto con attenzione la sua nota e ne condivido lo spirito di tutela verso il nostro territorio. È evidente che sull’Alto Casertano pesa una condizione di disagio strutturale, e proprio per questo il punto nascita di Piedimonte Matese non può e non deve essere trattato come una questione secondaria o sacrificabile. Siamo tutti consapevoli che il tema richiede equilibrio, competenza e soprattutto verità. È importante, non alimentare allarmismi o illusioni, specie in un clima politico come quello attuale ne vorremmo che si ripetesse il Caso Dea all’ospedale matesino poi rivelatosi una falsa notizia già sul nascere. Tuttavia, resta il dovere di chiedere chiarezza e di vigilare, affinché le decisioni che riguardano la salute dei cittadini non diventino terreno di propaganda.
Sul punto da lei sollevato riguardo alla presunta costituzione in giudizio del Governo, prendo atto delle sue “certezze” ma anche delle nostre verifiche e delle fonti da noi consultate, comprese quelle istituzionali senza avere nessun riscontro relativa alla costituzione in giudizio del Governo. In assenza di atti ufficiali, è certamente saggio attendere la pronuncia del TAR del prossimo 5 novembre, che potrà chiarire la situazione in modo piu’ o meno definitivo. La nostra comune battaglia, però, non deve fermarsi alla verifica di un atto giudiziario. La vera sfida è garantire che il punto nascita – se deve restare – sia messo in condizione di funzionare con organici e strutture adeguate. Diversamente, rischiamo di difendere solo un simbolo, e non un servizio reale. Continueremo, come lei, a seguire la vicenda con attenzione e a dare spazio ai fatti, non alle ipotesi. Ai cittadini dell’Alto Casertano dobbiamo una sola cosa: la verità e per ora non conosco atti, almeno io, che accertino il provvedimento del Governo centrale. Quando ci sarà certezza questo giornale come sempre scenderà in campo al fianco delle donne senza se e senza ma. Ma fare battaglie solo sulle ipotesi e uno sport che non ci piace fare Cordialmente
Lorenzo Applauso
IL DOTTOR IANNOTTA CHIARISCE
Caro Direttore nella seduta del 5 novembre credo siano in discussione davanti al Tar Campania
sia il ricorso dei comuni del distretto sanitario 71, afferenti al punto nascita dell’ospedale di Sapri, contro la delibera regionale che ha chiuso i punti nascita di Sapri, Piedimonte Matese e Sessa Aurunca,
sia il ricorso del Presidente della Campania De Luca contro il diniego del Ministero della Salute alla fuori uscita della regione Campania dal piano di rientro sanitario.
E’ chiaro che i due ricorsi sono tra loro incrociati, come pure è evidente che la fuoriuscita dal piano di rientro della regione Campania consentirebbe, almeno provvisoriamente, di conservare i punti nascita di cui sopra.
La costituzione in giudizio del Governo è sia contro il ricorso del Presidente De Luca, sia contro il ricorso dei comuni del Distretto sanitario 71, di cui le scrivevo nella mia lettera. E conferma l’avversità del Governo stesso verso la nostra regione e, in definitiva, contro il nostro punto nascita.
A riguardo della sua nota al titolo “ ma mancano le carte” e delle sue opportune e cortesi riflessioni le ho scritto nella mia lettera: “Alla fine i dubbi sulla determinazione del Governo Meloni a tenere aperti i punti nascita di Sapri, Piedimonte Matese e Sessa Aurunca hanno trovato definitiva e documentata risposta”.
Eccole allora in allegato il documento che il Ministero della Salute ha inviato all’Avvocatura Distrettuale di Napoli per investirlo della responsabilità di costituirsi in giudizio contro il ricorso dei Sindaci dei comuni del Distretto Sanitario 71 di Sapri.
La saluto con cordialità e la ringrazio davvero di cuore per lo spazio e il tempo che riserva alle problematiche sanitarie del nostro territorio.
Dott. Emilio Iannotta
ECCO IL DOCUMENTO DAL QUALE IL LETTORE POTRA’ TRARRE LE DOVUTE INTERPRETAZIONI
Pag. 1 a 3
DIPARTIMENTO DELLA PROGRAMMAZIONE, DEI DISPOSITIVI MEDICI,
DEL FARMACO E DELLE POLITICHE IN FAVORE
DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE
DIREZIONE GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE E DELL’EDILIZIA SANITARIA
All’Avvocatura Distrettuale dello Stato Napoli
napoli@mailcert.avvocaturastato.it
Alla c.a. Avv. Giuseppe Capodanno
giuseppe.capodanno@avvocaturastato.it
E, p.c.
Al Ministero dell’Economia e delle finanze
Ispettorato Generale per la Spesa Sociale
I.GE.SPE.S. –
attigiudiziari.mef@pec.mef.gov.it
Al Capo Dipartimento DPDMF
del Ministero della Salute
OGGETTO: Ricorso al TAR Campania promosso dal Comune di San Giovanni a Piro per
l’annullamento previa sospensiva della d.G.R. Campania n. 418 del 23 giugno 2025, sul
BURC n. 47 del 7 luglio 2025, avente ad oggetto “Riordino ed efficientamento della Rete
Punti Nascita della Regione Campania in adeguamento alle prescrizioni dei Ministeri della
Salute e dell’Economia”
CT 14737/2025 – R.G.N. 5035/2025 – Avv. Giuseppe Capodanno
Relazione informativa
Camera di consiglio del 5 novembre 2025
Si riscontra con la presente la nota prot. 17642-10/10/2025-P, mediante la quale codesta Avvocatura
ha trasmesso alla scrivente Amministrazione copia del decreto n. 2306/2025 pronunciato il 9 ottobre 2025 dal
TAR Campania – Napoli nel giudizio in oggetto, sollecitando la trasmissione di un documentato rapporto.
Al riguardo si rappresenta quanto segue.
Con decreti monocratici emessi in data 9 ottobre 2025, n. 2304/2025, n. 2306/2025, n. 2310/2025 e n.
2311/2025, su ricorsi rispettivamente promossi dai Comuni di Sapri (N.R.G. 5076/2025), San Giovanni a Piro
(N.R.G. 5035/2025), Vibonati (N.R.G. 5050/2025) e Casaletto Spartano ed altri (N.R.G. 5059/2025), il TAR
Campania, I Sezione, ha sospeso la d.G.R. n. 418/2025, fissando al successivo 5 novembre 2025 la camera di
consiglio per la trattazione collegiale delle misure cautelari disposte.
Il predetto contenzioso è riconducibile al comportamento contraddittorio della Regione, che
dapprima, con la delibera impugnata, ha decretato la chiusura di tre punti nascita (Sapri, Piedimonte Matese e
Pag. 2 a 3
Sessa Aurunca) e in seguito, con nota prot. n. 103 del 23.09.2025 (allegato 1), ne ha richiesto il mantenimento
in deroga alla normativa vigente.
Giova, infatti, ricordare che la disattivazione dei punti nascita sub standard costituisce uno degli
obiettivi fissati alla Regione Campania ai fini dell’uscita dal piano di rientro, richiesta dalla stessa Regione
(cfr. verbale della riunione di verifica dei Tavoli congiunti del 10 luglio-4 agosto 2025, allegato 2).
Appare evidente, pertanto, l’intento del tutto opportunistico della Regione di voler approvare la
delibera oggetto di ricorso solo per poter ottenere l’adempienza in sede di verifica dell’attuazione del piano
di rientro, per poi subito dopo presentare istanza di deroga al Comitato Percorso Nascita nazionale (CPNn),
pur nella consapevolezza dell’insussistenza dei presupposti per il riconoscimento della deroga richiesta.
La Regione, infatti, si è limitata a reiterare precedenti identiche richieste già rigettate dal CPNn
nel 2018-2019 (cfr. allegato n. 3) e riproposte senza esito nel 2023, benché nel frattempo non sia intervenuta
nessuna variazione del disagio orografico del bacino di utenza dei PPNN interessati rispetto allo stato di
fatto oggetto in passato di valutazione negativa da parte del CPNn.
Si ricorda, peraltro, che il prerequisito dimensionale di 500 parti/anno, al di sotto del quale le Linee di
indirizzo approvate con l’Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 e cristallizzate dal DM n. 70/2015
prevedono la disattivazione dei PPNN, costituisce “uno standard operativo di sicurezza alla stregua di
concordi e consolidate indicazioni scientifiche in materia”, posto a salvaguardia della salute delle
partorienti e dei nascituri (tra le molte, Consiglio di Stato, sentenza n. 4392/2014 e, più di recente, sentenza
n. 6335/2019).
Per tale ragione, eventuali deroghe possono essere acconsentite solo in circostanze assolutamente
eccezionali, mentre la Regione Campania, tenuto conto anche delle deroghe già concesse, intenderebbe
mantenere aperta la quasi totalità del PPNN sottosoglia (allegato n. 4), il che non è in alcun modo accettabile.
In considerazione di quanto precede, al netto della condotta ambigua ed incoerente della Regione, il
ricorso è privo di fondamento nel merito e dev’essere integralmente rigettato.
* * *
Si rassegna quanto sopra per le valutazioni di codesta Avvocatura ai fini della difesa in giudizio del
Ministero della Salute.
Cordiali saluti.
f.to IL DIRETTORE GENERALE
* dott. Walter Bergamaschi
Allegati:
1. istanza di deroga prot. n. 103 del 23.09.2025;
2. verbale della riunione congiunta del Tavolo adempimenti e del Comitato LEA del 4 agosto 2025;
3. parere CPNn prot. n. 30421-P del 15 ottobre 2019;
4. strutture con parti < 1000 nel 2024 (fonte SDO 2024).

